Il padre di Ser Davos Seaworth diceva al figlio che è “meglio essere codardo per un minuto che morto per il resto della vita”. Lo so, ci cado sempre nell’eroica cinematografica, nelle storie epiche degli uomini e donne che con coraggio fanno la cosa giusta esponendosi al patimento ed alla fine materiale per la gloria eterna. Ma oggi lo faccio per fare due calcoli e rappresentare la mia umile visione delle cose che succedono aldilà del mare, nella Capitale.

Provo a farmi capire. L’attuale governo Draghi, spacciato per tecnico ed emergenziale, è il governo più politico degli ultimi trent’anni. Con provvedimenti e decisioni rilevanti che segnano rilevanti cambiamenti nella società. Con una maggioranza parlamentare ampia, quasi unanime, rappresentata da forze politiche che per i toni usati tra di loro, attualmente, non potrebbero neanche prendere un ascensore assieme. Eppure è una maggioranza coesa che non ha sbagliato neanche un colpo (nel senso di portare avanti in parlamento le cose proposte dal governo).

Nonostante questo, apparentemente in contraddizione, adesso le stesse forze non riescono (alle sette del ventotto gennaio) a trovare un nome di una o uno che faccia il presidente della Repubblica. Perchè? Nessuno vuole morire, immolarsi per una partita politica talmente ininfluente da usarla per occupare il tempo che ci separa dalle elezioni. Il precedente di Renzi che rompe il patto del Nazareno su Mattarella è emblematico.

Si perchè la partita politica vera sono le elezioni che si terranno nel 2023, con la stessa legge elettorale e con due coalizioni che attraggono i gruppi centristi ricompattati inevitabilmente a destra ed a manca. Quindi, tornando da dove siamo partiti e dall’epica delle scelte nette: prepariamoci ad andare ad elezioni in cui tornerà il sostanziale bipolarismo. Effetto del governo delle larghe intese più politico degli ultimi trent’anni. Opinioni dal mondo rurale e montano.

Efisio Arbau

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