La prospettiva, il programma ed il progetto in un’epoca in cui si parla solo della cronaca, spesso senza arte ne parte, per neanche un giorno sembrano gli scenari ipotizzati da George Orwell in 1984. Cioè fantastici, visionari o, meglio, irreali. Ma la prospettiva, il programma ed i progetti presto diventeranno la nuova cronaca.

Ha senso quindi studiare, programmare e progettare. Direi anzi, per esperienza, che chi si occupa della prima parte programmatoria dovrà occuparsi anche della realizzazione. Almeno della prima fase. Qui da noi, nel continente chiamato Sardegna, il tema, l’unico tema, è che la nostra isola deve diventare entro il 2030 totalmente biologica.

L’avamposto mondiale in cui si pratica la vita umana compatibile con la resilienza del pianeta. Un metodo di lavoro, andando più sul pratico per le popolazioni che ci vivono, per riprendersi quella naturalità che garantirebbe lo sfruttamento di tutto il territorio regionale, boschi ed i territori marginali compresi, produzioni di qualità e quantità adeguate alla popolazione residente e quella dei turisti che amano la nostra terra.

E che la ameranno ancora di più quando potrà darsi una identità “cosmopolita” come quella della naturalità. Si parte dall’energia? Anche, posto che le rivoluzioni partono da e per la terra, grazie al sentimento che lega l’essere umano al luogo in cui è nato e vive.

Un progetto politico? No! Il progetto politico per i sardi che ancora si rendono conto che siamo o possiamo essere protagonisti del nostro futuro.

Efisio Arbau

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