La pandemia ci ha piegato. Ha ucciso persone, ne ha mandato tante altre all’ospedale debilitandole per la vita ed ha disastrato il sistema economico. In particolare quello che campa dal proprio lavoro autonomo e che regge un sistema pubblico profondamente clientelare ed assistenziale. La reazione dei governi democratici e più avanzati scientificamente del mondo è stata quella di limitare la diffusione della pandemia con la costrizione della libertà di movimento e l’investimento in una campagna vaccinale senza precedenti.

Con vaccini prodotti in tempi rapidi o rapidissimi. La stragrande maggioranza della popolazione mondiale (che se lo può permettere, purtroppo non tutti) ha risposto con grande disponibilità e solidarietà alla campagna e si prevede che entro l’autunno si arriverà alla cosiddetta immunità di gregge con circa l’ottanta per cento di popolazione vaccinata. Con la necessità di ripetere la vaccinazione con la terza dose, come hanno già iniziato a fare gli Stati più avanzati nella vaccinazione.

Ci sono poi i “no vax”, o meglio e per correttezza le persone, essere umani come tutti noi, che hanno dubbi sulla effettiva portata della pandemia, sulla restrizione delle libertà di movimento e persino sulla scelta vaccinale. Dubbi rafforzati dalle difficoltà degli Stati e dell’organizzazione mondiale della sanità a gestire una pandemia che ci ha sconvolto l’esistenza dall’oggi al domani. Incertezze sui sieri da utilizzare, sulle tempistiche e sulle possibili conseguenze. Questo in estrema sintesi ed ora vi dico la mia. Preciso l’opinione di un pastore ed avvocato con nessuna esperienza in materia sanitaria, ma con l’esperienza sperimentata concretamente sul campo nel tenere coese le persone anche nei peggiori momenti.

Il sistema democratico ha deciso una linea e per portarla avanti deve fare rispettare le proprie decisioni. Come? Io non sono d’accordo all’obbligo vaccinale ma sono viceversa persuaso che per vincere i furbetti che “tanto il vaccino lo fanno gli altri”, “aspetto per vedere l’effetto che fa”, oppure gli estremisti “che è tutto un complotto delle case farmaceutiche per comprare vaccini” bisogna essere chiari e chiedere a tutti “gli scettici” di testarsi obbligatoriamente secondo tempistiche che l’autorità sanitaria individua congrua a seconda dell’esposizione e degli assembramenti.

Personalmente credo che, pertanto, l’autorità sanitaria dovrebbe garantire la possibilità di testarsi gratuitamente a tutti, vaccinati e non , al fine di avere un quadro sempre aggiornato della diffusione della patologia. Infine, due messaggi scritti assieme. Il primo agli amici che si sentono ristretti nelle loro libertà dalle scelte delle autorità sanitarie e l’altro a chi governa il sistema a Roma come a Cagliari. Evitiamo di cadere nella tentazione complottistica e della conseguente rabbia incontrollata e contemporaneamente evitiamo di radicalizzare coloro che non vogliono vaccinarsi, con comunicazioni che li parificano ai peggiori terroristi.

Efisio Arbau

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