Pochi ma buoni. Oggi i maggiori quotidiani sardi parlano del cosiddetto problema dello spopolamento delle aree interne. Questo in quanto una associazione di categoria ha evidenziato i numeri del fenomeno demografico. Sarà la mia ormai vetusta esperienza politica ma il tema è e rimane mal posto. Nelle nostre aree interne il problema non è avere un residente o meno in più ma garantire a noi furbi ed intelligenti che abbiamo deciso di viverci una qualità della vita adeguata. Almeno quanto quella delle relazioni sociali e culturali.
E sul tema qualità della vita le azioni amministrative locali sono determinanti. Quando si hanno buoni amministratori la qualità cresce e viceversa.
Cosa serve alle comunità rurali? Che finalmente a livello regionale e statale si fissino dei parametri entro i quali i servizi sanitari, educativi e del trasporto siano garantiti. Perché siamo di meno ma abbiamo diritto ad avere i servizi minimi come a Cagliari e Sassari. Per risparmiare qualcosa e renderli economici le cose da fare sono chiare ed abbastanza facili da mettere in atto. Il problema di fondo sul tema politico ed amministrativo è l’analfabetismo politico e amministrativo che imperversa. A cui possiamo porre rimedio solo in un modo.
Attivando la partecipazione democratica. E’ anche necessario, contestualmente e di pari passo, motivare le persone a dare il proprio contributo per se stessi e per la comunità. In altre parole, la qualità della vita migliora se esistono i servizi e le persone lavorano e colgono le opportunità, rendendosi attivi e non accontentandosi dei servizi di base. Quindi ed infine, non esistono buone politiche senza buoni politici e ottimi cittadini.
Efisio Arbau
[Foto tratta dalla Nuova Sardegna Settembre 2021]