Oltre vent’anni che si vota alle regionali contro il presidente e la maggioranza uscente e non a favore di un progetto politico propositivo. Ed i risultati si vedono. Penso, infatti, che le cose vanno anche troppo bene in considerazione del totale scollamento tra l’agire politico pluridecenennale e le reali esigenze dei sardi. E non è qualunquismo o opportunismo dire che il disastro è bipartisan. E siccome sono una persona seria ed onesta, preciso che in parte questo attacco muove dall’autocritica personale e di gruppo.
Detto questo, per dirla alla Lubrano, la domanda sorge spontanea: ma ci sono le condizioni per provare a costruire un progetto di governo della Regione che si distacchi dal metodo distruttivo ed autodistruttivo e concordi un programma chiaro, applicabile e misurabile?
La risposta per un ottimista della volontà come me è, naturalmente, propositiva, anche se il progetto che sogno sia catalogabile come visionario, sopratutto in un epoca in cui i cittadini- elettorali si sono (quasi) rassegnati alla mediocrità sintetizzabile nella politica del “togliti tu che mi ci metto io”. Concretamente. La Base ha un suo progetto di Sardegna chiaro e leggibile, sintetizzabile nel titolo “Sardegna al naturale”, si tratta ora di verificare chi è interessato con noi a propugnarlo, migliorarlo e metterlo in pratica. Ci proviamo.