Food forest: quando il pascolamento tutela e protegge il bosco. Nella nostra isola iniziamo (il Distretto Rurale della Barbagia ha diversi progetti di ricerca approvati dal Ministero dell’Agricoltura) a lavorare per affermare il food forest, inteso come il cibo del bosco produttivo e resiliente che produce, appunto, cibo e beni di grande qualità e pure di apprezzabile quantità. Grazie ad un ciclo produttivo al naturale. Sono diverse le traduzioni che vengono date alla pratica del food forest e della sua fondamentale integrazione naturale tra i diversi elementi vegetali ed animali. Ma la filosofia agricola che serve alla Sardegna rurale è, appunto, quella di prendere atto della produttività e centralità ambientale dei boschi e delle foreste. Con prodotti che invece di distruggere il bosco lo preservano e ne favoriscono la ri-produzione e la vitalità di un organismo vivente e vitale anche per salvare il pianeta dall’inquinamento e la distruzione che le aree eccessivamente urbanizzate e l’industria ci impongono. Nel bosco possono vivere e produrre gli animali che vengono allevati nella nostra isola. Bovini, suini ed ovi-caprini sicuramente. Ed allo stesso tempo il pascolamento di questi animali consente al bosco non solo di preservarsi da fenomeni quali gli incendi, con la riduzione della massa del sottobosco infestante, ma di crescere più sano e rigoglioso. Con una integrazione virtuosa che possiamo e dobbiamo certificare, perchè attualmente la produzione della carne è messa tra i banchi degli imputati per la deforestazione (cosa vera peraltro per gli allevamenti intensivi), mentre questo tipo di allevamento tradizionale salva i boschi, contribuendo a salvare il pianeta. La transizione ecologia della Sardegna, in sintesi, è già atto, si tratta di certificarla scientificamente, comunicarla a noi stessi ed al mondo, anche per inserirla utilitaristicamente negli strumenti finanziari che la incentivano a livello comunitario con importanti risorse.

Efisio Arbau

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