PAROLE CHIAVI: SINERGIE, RETE, INCLUSIONE

Nel territorio regionale un’iniziativa utile e rivoluzionaria denominata “Fatu in domo” è quella volta a tutelare il territorio, l’ambiente, la salute dei prodotti agroalimentari d’eccellenza attraverso la partecipazione attiva e il coinvolgimento delle comunità per lo sviluppo di una rete di microimprese domestiche agroalimentari (IAD).

Progetto pilota a Ollolai, terra di Ospitone e storica capitale della Barbagia, il “Fatu in Domo” si è presto diffuso a Oliena, Cuglieri e per contaminazione anche in altri comuni. Un progetto contro lo spopolamento utile anche per far emergere il sommerso, e per creare una base produttiva con il marchio Fatu in domo, con disciplinari che garantiscano qualità e identità dei prodotti fatti in casa.

Per trasformare il sogno in realtà e consentire l’apertura di Microimprese domestiche alimentari (IAD), secondo quanto previsto dal Regolamento CE 852/2004, il progetto “FATU IN DOMO – buono perché fatto in casa” è un’ occasione di reddito per tanti giovanissimi disoccupati, ma anche per tante pensionate/i, che con fatica riescono ad arrivare a fine mese, che sognano di aprire una propria produzione e vendita di alimenti fatti in casa e farne un lavoro vero e proprio. Il progetto “Fatu in Domo”, è da intendere come reale e concreto investimento nel territorio come fattore di successo delle produzioni agroalimentari, come nel caso dei prodotti tipici.

Rappresenta una strategia di sviluppo concreto per le piccole e micro imprese, utile anche a livello regionale. Una rivoluzione per quei territori spesso dimenticati e isolati che rischiano lo spopolamento e l’oblio.

PUNTI DI FORZA
Impatti sulla comunità che lo ospita:

1) Economici (diretti, indiretti e indotti)
2) Turistici
3) Commerciali
4) Ambientali
5) Socio-culturali e psicologici (qualità vita, rafforzamento identità, orgoglio civico…)

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