Oltre venticinque anni fa Michele Serra scriveva nella sua mitica rubrica in prima pagina sull’Unità che “gli agricoltori trasformati in ragionieri”, che calcolano quale coltura praticare rispetto alla intensità di aiuto europeo, sarebbero presto diventati assistiti che non si sarebbero più occupati di agricoltura. Sembrava una profezia di sventura di un giornalista intellettuale di sinistra ed invece oggi riscontriamo che così è stato.

Senza generalizzare ed estremizzare, naturalmente. Perchè di persone che lavorano ce ne sono tante anche in campo ma, purtroppo, non più con una idea di sistema, di territorio o di famiglia. I collanti che hanno fatto grande la nostra agricoltura. Il caro materie prime e prima ancora la tensione verso i “pagamenti agricoli”, oggettivamente sempre più celeri e cospicui , ritenuti insufficienti ed in perenne ritardo lo certificano.

Detto questo e rimarcato che la responsabilità maggiore, non esclusiva, è in capo alla classe dirigente che non ha saputo guidare il percorso collettivo, bisogna pensare a cosa fare. Adesso, immediatamente. Io credo che una risposta sia già in capo in Italia ed in Sardegna e che questa risposta si chiama “distretto”

. Si il fare squadra, mettendo assieme i plurimi interessi dei singoli in una strategia territoriale che programmi a medio-lungo termine, facendo economia di scala (quando possibile comprando e vendendo assieme), ricerca ed innovazione, studiare i mercati e l’abbattimento dei costi con una strategia circolare tra i soci. Noi in Barbagia siamo al primo passaggio, ma ci siamo.

Centocinquanta soci che hanno fruito di una regia per partecipare ad un bando nazionale, assistenza per progettare e realizzare investimenti, corsi di formazione base, adesione a sistemi di istruzione superiore con la creazione di un corso biennale sul territorio a titolo di esempio. E che da adesso in poi saranno chiamati a fare il salto di qualità, a programmare assieme e ad assumersi le proprie responsabilità in ambito collettivo. Almeno ci proviamo.

Efisio Arbau

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