Programmare, progettare e realizzare. Questo è l’iter logico e fisiologico della attività politica. A Ollolai, Cagliari, Roma e Bruxelles. Almeno dovrebbe essere. Gli “stolti”, viceversa, sostengono che la differenza la fanno i soldi.
Per questo voglio testimoniare che i soldi sono l’ultimo dei problemi per chi fa politica, e lo posso fare con dati alla mano. Meglio, i soldi diventano un problema se non si ha una certa conoscenza e metodologia che consenta di cogliere le opportunità.
Quando i politici dicono la fatidica frase “non ci sono i soldi”, come premessa, significa che non sono capaci di vedere le opportunità che il sistema propone poiché le risorse a disposizione della politica sono tanti. Per questo il tema è solo uno: la qualità della classe politica e burocratica.
Un tema che riguarda molto, naturalmente, gli elettori e le loro responsabilità nello scegliere persone inadeguate al ruolo ma anche e soprattutto del sistema dei partiti e movimenti politici che hanno abdicato alla selezione della classe dirigente. Fatta l’analisi impietosa e sintetica, preciso che si tratta di autocritica, perchè da li dovrebbero partire tutti, il tema è come se ne esce. Io credo che l’unica via sia fare politica.
A partire dall’analisi dei bisogni è necessario elaborare una strategia ed un piano d’azione. Per poterlo progettare e realizzare occorre selezionare una classe dirigente che sia in grado di sostenerlo attraverso una visione ampia e lungimirante derivata da un aspetto esperienziale e da una reale motivazione a perseguire il bene del proprio territorio e paese, che sia Ollolai, Cagliari, Roma, Bruxelles poco importa perché il principio è identico. Insomma, non ci sono “abbracadabra” ma un lungo percorso da intraprendere fatto di impegno, studio e idee innovative ma congrue al territorio di riferimento e alla realtà che viviamo.
Efisio Arbau