Con Tiziana ci è sempre piaciuto discutere sul ruolo della donna nella società. Come i poeti improvvisatori ci davamo il tema e per ore e giornate andavamo avanti, sino ad arrenderci al fatto che la pensiamo allo stesso modo. Sulla questione di genere “nella gara poetica” io ero sempre il maschilista e lei la femminista. Risultava più credibile. Anche se ne lei ne io lo siamo. Uso il presente perchè la memoria è immortale, come ho scritto nel mio libretto delle istruzioni per continuare a vivere. Per questo ho pensato di scrivere una piccola riflessione anche alla luce della tragedia afghana. E’ un colpo al cuore vedere, infatti, in tv e leggere sui giornali della tragedia di migliaia di persone a cui vengono negate le principali libertà compresa quella fondamentale di istruirsi e formarsi come tutti gli altri.
Se ci fosse l’Onu ed il consesso internazionale fosse davvero democratico questa situazione non sarebbe stata possibile. Questa come tante altre che non vediamo o non vogliamo vedere. Magari perchè perpetrate da Stati autoritari che contano economicamente per i nostri scambi commerciali. Ma la riflessione è sulla nostra società occidentale, su quella europea ed italiana e meglio ancora sulla nostra Nazione sarda.
Quindi è più complicata. Io credo che la questione di genere stia scivolando verso una gestione burocratica della vicenda, perdendo quello slancio ideologico che alla agognata parità ha cercato di portarci. Intanto. Ma la donna e l’uomo sono uguali? Devono avere stessi oneri ed onori? E, soprattutto, serve una disciplina speciale per certificare questa parità? Lo so dovrei scrivere qualche migliaio di pagine e citare una dotta bibliografia, ma invece me la cavo con poche righe.
La donna e l’uomo sono persone con medesimi onori ed oneri. Senza se e senza ma dal punto di vista ideale. Naturalmente secondo le inclinazioni e le capacità fisiche e caratteriali. Il come garantire la parità, concretamente, è questione che onestamente mi mette in difficoltà. Faccio l’esempio più eclatante delle quote rosa nelle leggi elettorali. Cosa che forza la democrazia con distorsioni che giungono a volte all’effetto contrario, ma inevitabile se si vuole giungere a dare delle opportunità al genere femminile. Mi mette in difficoltà perchè sono un convinto assertore che solo la libertà garantisce la migliore composizione delle relazioni sociali ed economiche.
Ed ogni forzatura e burocratizzazione della vita reale la percepisco come limitazione della libertà degli individui.
Efisio Arbau